Riflessioni

Elogio della sedia vuota

Argomento “presentazioni“, il topic del momento. Posso lasciar correre senza di dire la mia? Giammai! Partiamo dal termine: “presentazione”. Non mi è mai piaciuto. Ho sempre preferito “incontro con i lettori”. Mi sembra più dignitoso. Però, dopo tanti anni di frequentazione di questo circo Barnum, devo dire che il primo è quello più aderente alla realtà delle cose. “Presentazione” richiama alla mente la vendita porta a porta dei prodotti Avon, delle pentole, dei corredi o del Folletto, quando un gruppo di donne del vicinato si riuniva a casa di una di loro, che faceva da promotrice in cambio di un inutile regalo per la casa, per assistere alla “presentazione” del prodotto. Andare in giro con un libro appena uscito è un’attività molto simile. Il ruolo della donna che organizza viene assunto dalla libreria che ospita l’evento, al posto delle comari ci sono le lettrici (i lettori sono una presenza molto rara) precettate dal libraio/a. Quando va bene e sei già conosciuto, possono arrivare a una ventina, che corrisponde al sold out di Vasco Rossi al San Siro. Il più delle volte il numero oscilla tra zero e cinque. Ogni organizzatore dispone di un ventaglio di giustificazioni per spiegare la mancata o scarsa presenza di pubblico: importante evento concomitante, campagna informativa partita in ritardo, troppo caldo, troppo freddo, ecc. ecc. In realtà, la gente non viene perché non gliene frega niente dei libri e, a quei pochi che gliene frega qualcosa, non gliene frega niente di te. Così impari ad accontentarti, a dissimulare, a nascondere la tua delusione. A questo punto, Marco Masini mi chiederebbe: “perché lo fai, disperato ragazzo mio?” Perché ogni scrittore, come ogni attore o ogni cantante, quando esce il suo nuovo libro teme il flop. Sente di dover fare tutto il possibile per vendere anche solo una copia in più. In pratica, per evitare una grande figuraccia, accetta di farne tante altre più piccole. Accetta di diventare un venditore “porta a porta”. Con l’aggravante di una percentuale sulle vendite che è molto al di sotto di quella riconosciuta ai venditori del Folletto.
Tutto qua? No, in genere è così ma non è tutto qua. Girando, girando, finisce che ti fai degli amici tra i librai e tra le lettrici e si compie il miracolo. Quello che hai sempre sognato. Incontri persone con le quali ti fa piacere passare un po’ di tempo e alle quali interessa veramente quello che dici. Ci vuole tempo e dedizione ma alla fine arriva ed è molto gratificante. È qualcosa di completamente diverso dal fare una “presentazione”.
Dopo più di dieci anni ho imparato a capire ed apprezzare questa differenza e ho imparato a scegliere dove andare e dove non insistere. Venderò di meno? Chi se ne frega. Tanto se avessi dovuto campare con i soldi dei libri sarei già morto di fame.

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